sabato, Ottobre 11, 2025
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Dal salto di Tamberi a “Le Roy” Platini al Festival dello Sport

Il Festival dello Sport di Trento si è aperto con grandi campioni come Bagnaia, Kostner, Tamberi e Platini. Tra emozioni personali e riflessioni su Milano-Cortina 2026, la prima giornata ha regalato storie intense e applausi. Platini, accolto dal calore dei tifosi, ha chiuso con ironia e affetto bianconero

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È stata una giornata di apertura che si può definire col botto, anzi coi botti, quella del Festival dello sport di Trento, (vedi qui il programma completo) organizzato da RCS Gazzetta dello Sport. Un prologo di lusso, per quello che sarà il Festival vero e proprio che entrerà nel vivo quest’oggi e che ha visto protagonisti del calibro di Pecco Bagnaia, Carolina Kostner, Gianmarco Tamberi, Fabian Cancellara, Fefè De Giorgi e…me oui, Le Roy, Michel Platini, che al termine della sua intervista con Fabio Licari, evento di chiusura di questa prima giornata, è stato travolto dall’affetto dei tifosi bianconeri, sorprendentemente però, dai giovani, da coloro che per età anagrafica l’hanno visto giocare solo attraverso YouTube. Un bel segnale, in un’epoca in cui tutto brucia e si consuma alla svelta.

Sicuramente abbiamo già dimenticato qualcuno in questo primo non esaustivo elenco dei volti dello sport italiano e non che animeranno questa ottava edizione del Festival, intitolata “Adrenali Pura“, e per questo ci scusiamo in anticipo. In particolare, abbiamo seguito l’evento di apertura ufficiale del Festival che si è tenuto al Teatro Sociale e presentato da Pierluigi Pardo e Federica Masolin, e a seguire l’intervista a Platini all’Auditorium Santa Chiara.

Il via al Festival dello sport

Nel corso della ideale passerella iniziale, sono saliti sul palco, tra gli altri Urbano Cairo, il direttore della Gazzetta dello sport Stefano Barigelli, il vicedirettore vicario Gianni Valenti, deus ex machina del Festival dello sport, il presidente del Coni Luciano Buonfiglio, quello del Comitato italiano paralimpico Marco Giunio de Sanctis e il presidente di Fondazione Milano Cortina, Giovanni Malagò.

Grandi complimenti e pacche sulle spalle immateriali tra questi uomini che, seppure con compiti diversi, sono ai vertici della politica dello sport italiano. Il fulcro della tavola rotonda è stata naturalmente l’Olimpiade di Milano Cortina, appuntamento attesissimo e vetrina mondiale che all’Italia manca da molti anni, almeno venti, ovvero da Torino 2006. Malagò ha voluto rassicurare tutti: nonostante alcuni impianti non siano ancora pronti, per la cerimonia di apertura tutto l’apparato sarà in ordine e perfettamente funzionante.

Lo scivolone di Malagò “Mica come in Cina…”

A proposito di ritardi nei lavori, Malagò nel tentativo di sdrammatizzare si “concede” una mezza scivolata, tirando in ballo le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 dichiarando che “Lì tutto era pronto con sei mesi di anticipo, pensate che noia…” Bene, ma non benissimo, si direbbe.

La serata è proseguita con le interviste di Pardo e Masolin a due medagliati olimpici, prima Carolina Kostner e poi Gianmarco Tamberi. Nonostante alcune domande non siano state propriamente illuminanti, come quella ad esempio posta a Kostner avente per tema il villaggio olimpico con la migliore cucina, entrambi gli sportivi sono riusciti a dipingere per loro stessi un quadro di umanità sorprendente, perché non usuale in queste occasioni, chiamiamole così, istituzionali, che finiscono per essere il trionfo delle banalità.

In particolare, meritano rilievo i passaggi in cui la pattinatrice altoatesina rivela che non scambierebbe l’onore e la gioia di essere stata portabandiera azzurra a Torino 2006 con nessuna medaglia, e quello in cui Tamberi, spogliandosi di ogni pudore, ammette di essere caduto in depressione dopo Parigi 2024. Depressione da cui si è risollevato dopo la nascita di sua figlia Camilla.

Platini e l’Heysel “Tutto è cambiato dopo”

Clima differente, meno ingessato, nell’ora e più di intervista a Michel Platini, la cui vita sportiva, dentro e fuori dal campo è stata scrutata dalle domande del giornalista della Gazzetta Fabio Licari. Gran parte degli episodi citati sono più o meno noti a tutti gli appassionati, ma Michel, istrionico e molto ironico come nella sua natura, ha saputo rendere il faccia a faccia interessante.

In ordine sparso, citiamo alcuni dei passaggi più interessanti. Parlando di Infantino, presidente della Fifa, dichiara “Se lo consideriamo un uomo influente di quest’epoca, sono d’accordo, ma di calcio di certo non parliamo con lui”. Di Blatter dice “È come Joker”, mentre definisce Zidane “l’ultimo vero numero 10”. Rivela poi di essere stato ad Arcore da Berlusconi che tentò di portarlo al Milan, terminata la sua esperienza alla Juve. Poi anche lui, come Tamberi e Kostner regala al pubblico un inatteso risvolto personale: quando Licari gli domanda perché abbia lasciato il calcio a soli 32 anni, dice “Dopo l’Heysel è cambiato tutto, è diventato tutto più difficile, faticoso, meno divertente”.

Chiude con due messaggi d’amore al popolo bianconero presente, anche se di natura completamente differente. Alla domanda se abbia avuto più lui dalla Juve o la Juve da lui, non esita “Sicuramente io dalla Juventus”. Poi al pubblico che dalla platea lo acclama e lo vorrebbe presidente bianconero, risponde “Non si può vivere la stessa storia d’amore due volte”. Et voilà, Le Roy.

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