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Ville aperte 2025: il Tempietto di San Lucio rivive a Brugherio

Nel fine settimana 27-28 settembre Giulia Santambrogio ha aperto le porte del Tempietto di San Lucio di Brugherio per raccontarne la storia unica e l'intreccio con la sua vita di artista.

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“Gli esseri umani hanno radici come le piante, ma a differenza loro, possono spostarsi. Gli edifici possono spostarsi? In teoria no, ma può succedere.” È accaduto al Tempietto di San Lucio, uno dei simboli di Brugherio, protagonista dell’evento tenutosi sabato 27 e domenica 28 settembre 2025 a cura dell’artista Giulia Santambrogio.

Organizzato da Città di Brugherio in occasione della manifestazione Ville aperte e in collaborazione con l’associazione culturale Kairòs Aps, l’evento ha raccontato le origini del Tempietto di San Lucio tramite l’esperienza di Giulia Santambrogio, artista pittorica, tessile e performativa, la quale ne ha ripercorso in maniera letterale il viaggio. Non si è limitata alle varie documentazioni storiche, ma ha deciso di rivivere a piedi lo stesso tragitto.

Da cappella a edificio autonomo: la storia del tempio

Il Tempietto di San Lucio era in origine una cappella rinascimentale dedicata a Sant’Antonio da Padova, parte di un complesso edilizio dell’ordine dei francescani di Lugano. Con la soppressione degli ordini religiosi in età napoleonica il convento fu chiuso e acquistato dalla famiglia Albertolli, che al suo posto vi costruì una palazzina neoclassica. Un parente, Giocondo Albertolli, ne riconobbe il prestigio artistico e riuscì a salvarla dalla demolizione, vendendola al conte milanese Giammario Andreani. Quest’ultimo né organizzò il trasferimento via acqua e via terra in Lombardia, contrassegnando i vari dei pezzi che la compongono come in un puzzle, in modo tale da poterla riassemblare nel nuovo sito.

Nel tempo, l’edificio è diventato un punto di riferimento sul territorio brugherese, seppur oggi sia a ridosso di uno svincolo stradale e per ammirare la facciata si debba stare sui marciapiedi che circondano l’incrocio stradale oppure farci caso quando si passa in automobile, fermi al semaforo in direzione San Maurizio o Vimercate.

Il suo è stato uno spostamento necessario, utile alla sua sopravvivenza, che gli ha conferito una nuova vita. Lo spostamento ha cambiato il suo status: da cappella a Tempietto autonomo.

La simmetria tra la storia del Tempio e la vita dell’artista

Come per il Tempietto, anche la vita di Giulia Santambrogio ha dovuto compiere uno spostamento necessario, che le ha conferito un nuovo inizio. Da Brugherio l’artista si è trasferita a Lugano, dove ha dovuto ricostruire passo dopo passo la propria quotidianità. Ha compreso che le relazioni sono l’elemento principale che ci legano ad un determinato posto, ed è da queste che bisogna rincominciare.

Non è stato semplice ricostruire tutto da capo, anche se si hanno i vari pezzi, e da questa consapevolezza è nato il suo progetto artistico: ripercorrere le tracce del Tempietto, trasportando con sé un’opera tessile via terra e via acqua. Giulia sceglie di compiere questo viaggio poiché nota una certa simmetria tra la sua storia e quella del Tempietto di San Lucio.

Un’opera tessile itinerante

La sua vena artistica le suggerisce la creazione di un’opera tessile: si tratta di una riproduzione in scala della pianta del Tempietto, realizzata all’uncinetto in colore bianco candido, assieme ad alcuni degli elementi decorativi presenti all’interno della cappella originaria e presenti tutt’ora. La tecnica, lenta e paziente, diventa occasione di riflessione: l’intrecciare dei fili simula l’incontro tra la sua vicenda e la storia di un edificio ormai antico, ma ancora vivo.

L’idea di questo progetto nasce nel novembre del 2024 e diventerà realtà il 14 luglio del 2025. In questa data Giulia parte da Brugherio, assieme a una sua amica che l’accompagnerà durante tutta l’avventura per documentare tramite scatti fotografici, ma soprattutto per fungere da supporto durante un’esperienza unica. L’itinerario è suddiviso in sei tappe: Moncucco, Vaprio d’Adda, Paderno d’Adda, Lecco, Como, Capolago e Lugano. Il viaggio si conclude il 19 luglio in Svizzera: qui, tramite l’aiuto di vecchi e nuovi “pezzi” della sua vita, mette in scena una performance partecipata in cui ciascuno ha potuto ricostruire un proprio frammento di vita attraverso l’opera tessile.

Giulia decide di esprimere ancora di più le proprie capacità e la sua voglia di ricominciare tramite il suo abbigliamento. Realizza a mano tutti gli indumenti e i vari accessori che ha utilizzato durante il viaggio, utilizzando un tessuto di colore bianco. La scelta del colore non è casuale: per l’artista questo colore rappresenta la rinascita, come una tela intonsa che aspetta solo una pennellata per scrivere una nuova storia.

La mostra tenutasi al Tempietto di San Lucio ha così intrecciato le vicende di un edificio rinascimentale e quelle di una giovane donna, dimostrando come, nonostante le difficoltà, sia sempre possibile ricostruirsi pezzo dopo pezzo.

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