mercoledì, Settembre 17, 2025
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Il Milan colpisce pali, il VAR colpisce duro: decide Modric

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Il Milan somiglia sempre di più al suo allenatore. La squadra di Allegri contro quel Bologna, che a maggio aveva negato ai rossoneri la gioia di levare al cielo la Coppa Italia nella finale di Roma, questa volta non rischia nulla, vince di corto muso (anche se a onor del vero colpisce ben 4 legni e crea numerose altre occasioni) e gli viene negato un rigore solare, prima concesso dall’arbitro Fabbri, che poi richiamato alla review da Marcenaro in quel di Lissone, viene inspiegabilmente revocato. I Rossoneri partono forte, tanto da riuscire a trascinare il pubblico che in questa fase ha bisogno di vedere almeno il giusto atteggiamento per accendersi, dato che la Curva Sud persevera nella sua protesta silente.

Nella seconda parte della prima frazione, complice forse anche la scarsa verve dell’avversario, indolente e involuto rispetto al Bologna della scorsa stagione, la squadra di casa si adagia e spegne i giovanili ardori in favore di un ritmo partita lento e compassato. Nonostante ciò, bisogna sottolineare come il Milan avrebbe le occasioni per portarsi in vantaggio già nel primo tempo: prima il tiro a giro di Estupinian (positivo, almeno per un tempo) e poi Gimenez che è in un momento della sua carriera e della sua storia in rossonero in cui sembra somigliare tanto a Paperino, per quella sfortuna caratteristica di chi non è in fiducia, colpiscono il palo. Il messicano aveva inoltre creato in avvio di partita la prima occasione gol per la sua squadra: entrato in area dalla sinistra, stretto tra due difensori, calcia meglio che può: Skorupsky respinge in qualche modo.

All’intervallo i fischi piovono dagli spalti, ma non tutti i milanisti in campo sono in realtà da bocciare. Modric è encomiabile, corre, lotta, spinge e sbuffa come un mediano, poi serve i compagni come un rifinitore. Basta chiedere: è come la Pastamatic, lavora per cento. Rabiot vorrebbe evidentemente bagnare il debutto con una rete, si inserisce spesso e volentieri tra le linee felsinee, calando poi alla distanza. Infine, come già detto, anche Estupinian mostra qualcosa di meglio rispetto alle primissime uscite e colpisce anche l’esterno del palo alla sinistra di Skorupsky.

La ripresa

Nella ripresa il Milan comincia a spron battuto, come del resto aveva fatto a inizio partita. Gimenez fallisce il tiro in diagonale da buona posizione, poi tira addosso al portiere bolognese dopo aver stoppato non benissimo il pallone al limite dell’area piccola. Quindi, finalmente, il Milan trova il gol con l’uomo più atteso: Luka Modric sblocca il risultato con un piazzato di interno destro, calciato appena dentro l’area, in posizione centrale, che si insacca nell’angolo basso alla destra del portiere ospite, servito ottimamente da Saelemaekers.

Loftus-Cheek lavora molto tra le linee, più vanga e martello che cesello, per questo ha bisogno della staffetta a metà ripresa e Pulisic è l’uomo giusto per accelerare il passo sulla trequarti. Anche Ricci restituisce vitalità lì in mezzo, entrando al posto di un Fofanà sufficiente ma non particolarmente brillante. Il centrocampista azzurro gioca più da mezzala che da mediano e lo fa molto bene, arrivando persino vicino al gol quando colpisce il palo con un tiro dalla distanza. Ancora Gimenez, prima di fare spazio a Nkunku, si presenta davanti al portiere, ma riesce solo a colpire l’incrocio dei pali, dopo aver atteso un po’ troppo per concludere, defilandosi troppo nel tentativo di saltare il portiere che però resta in piedi. Niente da fare per Santiago.

Il rigore negato

Il finale di partita è segnato dal rigore negato proprio a Nkunku, che subisce non uno ma ben due falli in piena aerea. Penalty prima assegnato poi revocato. Il tandem Fabbri – Marcenaro riescono a negare l’evidenza delle immagini, fortunatamente per loro il Bologna non trova il pari, nell’inconcludente assalto finale. È notizia di ieri che il diabolico duo verrà fermato per qualche tempo. Il Milan vince 1-0, Allegri in questo avvio di stagione si aggiudica 3 partite su 4, segnando 6 gol e subendone 2. Senza la desolante prestazione contro la Cremonese, si potrebbe parlare di un avvio brillantissimo, anche se, questi risultati mascherano, neanche troppo velatamente, quanto lavoro e quanta strada c’è ancora da fare dalle parti di Milanello. La sfida con Napoli di fine settembre sarà il primo importante check point del campionato per il Milan.

Le contropagelle di Heo Post

Maignan 6: Le qualità tecniche e la leadership non si discute, i dubbi sono sulla tenuta fisica. Si infortuna tanto, troppo, per essere un portiere, che non è soggetto, almeno non così di frequente a contrasti e scatti. Speriamo non sia nulla di grave e torni presto a disposizione. Diversamente, per il futuro, bisognerà ragionare su altri nomi e non ce ne sono molti del suo livello.

Estupinian 6,5: Sarebbe più giusto un 6+, il mezzo voto in più è di incoraggiamento. Gioca un buon primo tempo, si va vedere in avanti, qualche volta crossa, più spesso si accentra e colpisce anche un palo. In fase difensiva si fa ammonire, ma Orsolini non vede mai la biglia. Resta però il fatto che, se il confronto è con il miglior Theo Hernandez, al momento siamo lontani.

Modric 8: Inutile dire che tutti, tifosi, appassionati e addetti ai lavori, aspettavano il suo primo centro in rossonero. Il gol sveglia tutto lo stadio dal silenzioso torpore di cui è presa. Gol a parte, oltre a segnare e a dirigere il traffico in mezzo al campo, corre e lotta come un ragazzino affamato. Pochi, oltretutto, si aspettavano un minutaggio così alto in questo inizio di campionato. Intramontabile.

Rabiot 6: Vorrebbe bagnare il debutto in maglia Milan con una rete, lo si vede lontano un miglio, ma non riesce mai ad arrivare al tiro. Il primo tempo è di grande dinamismo: si inserisce, si allarga, ritorna e recupera. Nella ripresa cala vistosamente, ma Allegri sa di aver trovato il suo luogotenente in campo.

Ricci 6,5: È arrivato il momento del debutto dal primo minuto. Agisce da mezzala più che in mediana e il mestiere gli si addice: ha gamba, ha ritmo, va al tiro e colpisce il palo. Gli riesce bene il ruolo di quello che restituisce vitalità e nerbo a un centrocampo esausto. Bisogna però vederlo in campo per novanta minuti per una valutazione più corretta.

Gimenez 5,5: Anche in questo caso il voto è di incoraggiamento. Consegnato il compito, il voto sarebbe un 4, e scritto con la matita rossa. Bisogna però capire che è enormemente sotto pressione, al momento il mercato è chiuso ma la sua permanenza al Milan è tutt’altro che certa, dicembre arriverà presto. Inoltre, lui è un attaccante centrale e quando Leao tornerà a disposizione, le gerarchie vedranno, a seguire, i nomi di Pulisic e Nkunku. Per lui non sarà facile trovare spazio. E in questa situazione psicologicamente non facile, seppur ci provi più di una volta, non riesce mai a fare la cosa giusta, davanti alla porta. Cinque occasioni, che danno come esito due pali e due respinte del portiere e una conclusione a lato. Non è lo scontrino alla cassa di una prestazione insufficiente, in teoria, ma Santi sbaglia perché evidentemente in apnea mentale, più che per sfortuna.

Le altre big, dopo tre giornate

Cosa sta dicendo il campionato, sugli altri fronti della lotta scudetto? Il Napoli si libera in un quarto d’ora della Fiorentina. Come volevasi dimostrare, l’acquisto di Hoijlund è stata una scelta illuminata e lungimirante. Quando tornerà a disposizione Lukaku, il Napoli avrà una potenza di fuoco impressionante. Comunque, Lukaku o no, al momento non si intravede nessuno che possa dare fastidio alla squadra di Conte, già campione d’Italia ed enormemente rafforzatasi rispetto allo scorso anno. Raramente la squadra detentrice del Titolo opera in maniera così importante sul mercato. La qualità degli uomini sulla linea mediana del campo è altissima, da Champions League, dove tra l’altro, a mio parere, il Napoli potrà dire la sua. Anche per Conte sarà un esame importante: le coppe europee non sono mai state la sua specialità.

Juve e Inter danno vita al solito duello all’arma bianca ricco di gol, occasioni e colpi di scena, in cui a prevalere alla fine sono i Bianconeri. Bianconeri che sono a punteggio pieno, risultato che premia il lavoro di Igor Tudor, anche se i punti interrogativi non mancano. La difesa è apparsa allegrotta, immobile nell’occasione del gol Thuram e anche Di Gregorio è sembrato vulnerabile sull’ 1-1 siglato da Calhanoglu. Vincere aiuta a vincere e risolvere i problemi, che comunque ci sono, con la pancia piena è più agevole. Sarà interessante vedere come la squadra reagirà dopo il primo passo falso.

Per quanto riguarda invece l’Inter di Chivu, ha molti più problemi di quello che sembra. La difesa è un colabrodo, Sommer al momento non è un portiere affidabile (due dei quattro gol subiti dalla sua squadra sono nel curriculum della sua partita). Martinez, come la scorsa stagione sta avendo un inizio difficile e alcuni elementi come Di Marco, Mkhitaryan e Barella sembrano fuori condizione. Anche l’Inter, come la Juventus e il Milan, è stata protagonista di un mercato che non ha colmato tutte le lacune.

Lazio e Roma hanno sia prestazioni che risultati alterni. Sembra il contesto perfetto per una stagione di transizione, anche per motivi differenti. Il sistema di gioco di Gasperini richiederà tempo per essere digerito e mieterà certamente le sue vittime (chiedere a Dobvik), mentre per la Lazio, che sul mercato non ha potuto operare, è vero che è tornato un tecnico che conosce l’ambiente e conosciuto dall’ambiente, Maurizio Sarri, ma probabilmente solo dalla prossima stagione potrà disegnare e disporre di una squadra a sua immagine e somiglianza.

Infine, resta l’Atalanta. La scelta di Juric come successore di Gasperini, anche se nessuno lo dice, è incomprensibile. Due allenatori che si stimano ma lontani anni luce in quanto a cultura del gioco. Ciò nonostante, contro il Lecce si è vista un’Atalanta convincente. Krstovic diverrà presto inamovibile, Zalewsky, lo è già. Tocca ai senatori ora tornare ad essere protagonisti. E se Lookman torna in rosa le cose potrebbero tornare a farsi interessanti, anche se forse con uno stile di gioco un po’ meno esaltante e memorabile.

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