domenica, Agosto 3, 2025
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“Quale Paese nominerebbe Filippo Ferri questore?”

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“Che Paese è quello in cui si nomina a capo di una Questura chi è stato coinvolto in uno degli episodi più brutali di repressione della nostra storia recente?”. La domanda dell’europarlamentare monzese di Alleanza Verdi Sinistra, Ilaria Salis, va dritta al punto.

La nomina di Filippo Ferri a questore del capoluogo brianzolo non è passata inosservata: il nuovo vertice della polizia di Monza – che ha giurisdizione anche su Brugherio – ha subito infatti una condanna in via definitiva per alcune vicende legate alla scuola “Armando Diaz” di Genova in occasione del G8 del 2001. Anche sul territorio cittadino, le forze politiche di centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle si stanno mobilitando in segno di protesta: una raccolta firme online per chiedere la revoca della nomina ha già raggiunto decine di migliaia di adesioni.

Tuttavia, sarà quasi impossibile che la petizione venga ascoltata: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha infatti già confermato la stima nei confronti di Ferri, dicendosi sicuro che “a Monza farà bene”.

Le proteste contro la nomina di Ferri


Ferri ha saldato il suo debito con la giustizia (tre anni e otto mesi) ed è rientrato in polizia dopo un periodo di sospensione. Rientrato nelle forze dell’ordine, nella polizia ferroviaria, è pronto ora a insediarsi a Monza dal primo giugno. Tuttavia, il suo coinvolgimento nelle vicende della Diaz ha scatenato polemiche sull’opportunità di affidargli un ruolo di grande responsabilità nella gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico.

Per questo è online una petizione, che al 30 maggio conta oltre 12.000 firme. È indirizzata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, accusato dai firmatari di aver preso una decisione che “offende la nostra intera comunità, che non merita di subire un tale affronto e una così scarsa considerazione dei principi costituzionali, dei valori di giustizia e di democrazia nei quali si riconosce”. La richiesta è dunque quella di “riconsiderare la nomina di Filippo Ferri a questore della provincia di Monza e Brianza”.

Tra i primi firmatari figurano Vittorio Agnoletto, coautore con Lorenzo Guadagnucci de “L’eclissi della democrazia” sui fatti di Genova; l’ex consigliere regionale brugherese del M5S Marco Fumagalli; l’ex sindaco Marco Troiano; la consigliera comunale Laura Valli; il segretario provinciale della CGIL Walter Palvarini; Salvatore Borsellino; la senatrice Ilaria Cucchi; e gli eurodeputati Brando Benifei e, appunto, Ilaria Salis. Quest’ultima ha già annunciato “un’interrogazione parlamentare alla Commissione Europea”.

Fumagalli (M5S): “La nomina di Ferri è un esempio di democrazia erosa”


A Brugherio, è il pentastellato Marco Fumagalli, coordinatore del gruppo provinciale Monza Est, a dare il via alle critiche: “La nomina a questore di Monza di un funzionario condannato per i gravissimi fatti del G8 di Genova solleva interrogativi inquietanti sullo stato di salute delle nostre istituzioni. È inaccettabile che un agente già giudicato colpevole possa non solo restare in servizio, ma addirittura fare carriera”, scrive in una nota.

E prosegue: “Questo stesso governo, tanto solerte nel valutare il profilo psico-attitudinale dei candidati magistrati, non trova alcuna controindicazione nel premiare chi si è reso protagonista di gravi violazioni. È un segnale allarmante, che si inserisce in un processo lento ma costante di restringimento delle garanzie democratiche. L’ipotesi di introdurre l’elezione diretta del Presidente del Consiglio rischia di concentrare ancora più potere nelle mani di una maggioranza già pronta a piegare le regole costituzionali ai propri fini. La nomina del questore Ferri è solo l’ultimo esempio di un’azione politica che sta erodendo la democrazia nel nostro Paese”.

La replica di Troiano alla tesi degli errori riparati


Qualcuno sui social fa notare che Ferri non ha più condanne da scontare e sostiene che abbia quindi diritto a riprendere la carriera. Una posizione condivisa dalla consigliera regionale centrista Martina Sassoli. A costoro replica l’ex sindaco Marco Troiano: “A causa della condanna, Ferri dovette lasciare l’incarico di capo della squadra mobile di Firenze, fu assunto come responsabile della sicurezza del Milan e, una volta terminata l’interdizione, rientrò in polizia come dirigente della polizia ferroviaria lombarda, ruolo che lascerà proprio per diventare questore”, premette.

E aggiunge: “Prevedo una possibile obiezione: qualcuno potrebbe dire che ha già pagato il suo debito con la giustizia e che quindi sia giusto che torni al lavoro. Ma è un’argomentazione facilmente smontabile: lui infatti è già tornato al lavoro, e con un ruolo dirigenziale. Noi firmatari (me compreso) chiediamo al ministro se il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni non suggerisca un ripensamento sulla nomina a questore, optando per una scelta diversa”.

“La più grande sospensione dei diritti umani dal Dopoguerra”


Laura Valli (Alleanza Progressista) cita Ilaria Cucchi: “Le torture del G8 di Genova hanno segnato una generazione. Si parlò di ‘macelleria messicana’, della ‘più grave sospensione dei diritti umani del secondo Dopoguerra’. L’assalto alla scuola Diaz, le cariche nelle piazze, l’omicidio di Carlo Giuliani. Un passato che non passa mai. In questi giorni decisivi per il decreto sicurezza, anche la nomina di un nuovo questore è un segnale che non si può sottovalutare. Meno che mai quella di Filippo Ferri, che all’epoca del G8 aveva un ruolo cruciale.

Furono proprio i suoi uomini a fabbricare prove contro i manifestanti della Diaz, poi intimiditi e picchiati in una delle pagine più buie della nostra storia. Se oggi un profilo come il suo diventa responsabile della ‘pubblica sicurezza’ di una città, il messaggio del governo è chiaro: stiamo tornando a quei giorni. A uno stato di tensione, a uno Stato di polizia, in cui nessuno può dirsi davvero al sicuro”.

I dem: “Le nomine sulla sicurezza siano rigorose”


Infine, il PD brugherese ospita sul suo blog un intervento firmato dalla segretaria regionale Silvia Roggiani e dal segretario provinciale Lorenzo Sala: “La recente nomina del dott. Filippo Ferri a questore della provincia di Monza e Brianza pone interrogativi rilevanti sui criteri adottati per selezionare i vertici della pubblica sicurezza. È indispensabile che incarichi così delicati vengano affidati a figure che offrano piena garanzia di credibilità istituzionale.

Su questo tema, il PD ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno. Non si tratta di un caso personale, ma di un principio generale: le nomine ai vertici della sicurezza devono essere ispirate a criteri rigorosi, trasparenti e coerenti con la fiducia che le istituzioni devono saper incarnare. Chiediamo al ministro Piantedosi di chiarire se intenda adottare iniziative per garantire che la selezione dei dirigenti risponda a standard condivisi di autorevolezza”.

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