sabato, Agosto 2, 2025
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Milan vs Monza, la modesta passerella di due deluse

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Nel vedere Milan – Monza, ultima giornata di campionato, mi è venuta in mente una frase tratta dal film Rocky, non ricordo quale della serie, in cui Micky, l’allenatore del pugile Balboa, diceva “la natura è più furba di quello che l’uomo crede”. Volendo fare una parafrasi calcistica, si potrebbe variare in “Il calendario è più furbo di quello che l’uomo crede”.

Infatti, solo 9 mesi fa, per l’esattezza il 13 agosto 2024, in una serata di gala in onore di Silvio Berlusconi, presidente di entrambe le società, Milan – Monza rappresentava il sipario sulla stagione delle due squadre che sarebbe andata a iniziare, con la prima di campionato, solo pochi giorni più tardi. I rossoneri passavano in rassegna i nuovi acquisti Morata, Fofana, Pavlovic e, atterrato a Milano solo poche ore prima, le trombe squillavano forte per l’ultimo arrivato Emerson Royal. In panchina il neoallenatore Fonseca. Il Monza invece presentava, dopo un profondo rinnovamento, un altro ex rossonero, Sandro Nesta come tecnico.

Un cerchio che si chiude su una stagione deludente


Serata che doveva essere il preludio di grande stagione per entrambe le compagini: una che avrebbe dovuto dare l’assalto allo scudetto e l’altra che doveva confermarsi ampiamente al di fuori dalle paludi della zona retrocessione. Invece 9 mesi più tardi si ritrovano al Meazza per l’ultima partita dell’anno in un clima surreale, con quattro sparuti sostenitori brianzoli nel settore ospiti e i padroni di casa contestati dall’inizio della partita dalla Curva Sud, ma non solo: anche il resto dei (pochi) presenti hanno preso parte alla contestazione. 

Un cerchio che si chiude, sì, ma su due progetti fallimentari. Per il Milan al posto di Fonseca è arrivato Coinceicao, senza che l’avvicendamento generasse scossoni, se si esclude l’inspiegabile vittoria in Supercoppa. Il Monza ha addirittura richiamato Nesta alla guida, dopo averlo esonerato. La classifica è impietosa: Monza ultimo e già retrocesso da diverse giornate, Milan fuori dalle competizioni europee. Da questo assunti, deriva la scialba esibizione a cui abbiamo assistito questa sera, ultimo atto nonchè mesta passerella che ha mandato in soffitta la stagione 2024/25, chiusa ermeticamente in una scatola che reca scritta sull’etichetta le parole “non aprire”.  

Camarda, Bartesaghi e Jimenez sono salvi


Giustamente risparmiato dai fischi è stato il giovane Camarda, (anche Bartesaghi e Jimenez hanno avuto la grazia, in realtà) la cui gestione, tra le altre cose, è stata deficitaria come deficitaria è stato il Milan, in ogni aspetto, quest’anno. Anche per lui bisognerà decidere cosa fare nell’immediato futuro: se mandarlo a giocare, magari in B, magari proprio a Monza, oppure tenerlo in rosa ma con l’idea di utilizzarlo, perché fargli fare la muffa in panchina, a lui non serve e al Milan neanche. 

Dicevamo, Camarda è stato l’unico, o uno dei pochi, per cui i cuori rossoneri hanno continuato a pulsare, perchè in generale elettrocardiogramma è stato piatto. Anche quando Reijnders, nel prepartita, è stato premiamo come miglior centrocampista di questa stagione, gli applausi sono stati tiepidini. Non c’era nessuna voglia di fare festa. Chi era presente l’ha fatto per orgoglio personale, per tigna, perché i colori si amano nella buona e nella cattiva sorte, non certo per rendere onore ai fautori di questa annata sciagurata. 

Gol di Gabbia, il ghiaccio si scioglie un po’


Il gol di Gabbia, arrivato dopo una ventina di minuti del secondo tempo, in cui i padroni di casa creano diverse palle gol, gratta via un po’ di brina dalla superficie di questa serata di maggio che più fredda non potrebbe essere, in quel di san Siro. In assenza degli ultrà qualche battito di mani e qualche coro “Milan, Milan” si leva, ma è il minimo sindacale a questo punto. Infatti, poco tempo dopo anche dalle tribune parte il coro “”Cardinale devi vendere, vattene…” 

Camarda cerca disperatamente la porta, vuole segnare questo benedetto primo gol in Serie A che a 17 anni può essere normale non aver ancora siglato, ma non per uno come lui, sui cui le aspettative sono altissime. Siccome il calcio è strano e controverso, a firmare il raddoppio è invece l’oggetto misterioso Joao Felix, che chiude la sua avventura al Milan così come l’aveva cominciata in febbraio, ovvero con un gol bellissimo, questa volta su punizione. 

In questa serata di forconi e scivolate, anche il Milanese Imbruttito si prende la sua dose di fischi, quando annuncia per il Milan, una sostituzione avvenuta invece nel Monza. Poi arriva davvero un cambio per i rossoneri: esce Pulisic e anche per lui scrosciano applausi e non potrebbe essere altrimenti. Un’altra pedina per cui la captatio benevolentiae è cosa buona e giusta.

Poi fischio finale e fischi finali. Timido tentativo di giro di campo rimandato al mittente. Arrivederci a settembre, si ricomincia da zero. Un’altra volta.

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