Mercoledì 7 maggio, presso l’Aula Consiliare, vi è stato il tanto atteso incontro tra la giunta comunale, affiancata dal gestore del servizio CIRFOOD, e i genitori brugheresi, per chiarire i dubbi su una vicenda che negli ultimi mesi era diventata sempre più “calda” a causa dell’aumento delle tariffe riguardanti le mense.
La questione delle mense tocca anche il Brugo, Cooperativa Sociale con sede a Brugherio, con un rincaro che ha colpito la sede principale di via Oberdan. In merito è intervenuto anche il presidente Alberto Mosca: “Nella maggior parte delle sedi a Brugherio abbiamo un contratto diverso da quello del comune, dunque non abbiamo avuto aumenti vista la differenza contrattuale. Solo nella sede storica di via Oberdan abbiamo la fornitura comunale e quindi, solo per quel gruppo di persone, abbiamo subito un aumento fino a 7.26 euro a pasto”.
Benzi: “Il nostro si è rivelato un comune ricco”
La vicesindaca Benzi analizza e spiega le scelte fatte dal comune negli scorsi mesi: “Abbiamo fatto ricerche sui comuni limitrofi. Il nostro si è rivelato un comune ricco, perché molti nuclei familiari sono oltre i 30 mila euro di Isee, che non è una fascia alta, ma pensavamo che fossero quasi tutti nelle fasce precedenti. Ciò significa che la realtà dei fatti ci ha smentito; siccome quasi tutti hanno una fascia Isee superiore ai 30 mila euro vuol dire che siamo un comune ricco”.
“Non potevamo saperlo prima. Se lo avessimo saputo avremmo distribuito i nostri contributi in maniera diversa. Pensavamo che la maggior parte dei brugheresi rientrasse nei 30 mila euro, così abbiamo stanziato un contributo che è il doppio rispetto al 2022 e al 2023”.
L’assessora all’istruzione puntualizza poi sui continui cambiamenti dei dati sulle fasce Isee, con richieste che continuano ad arrivare, e cita una data limite entro cui consegnarlo: “Avevamo previsto cifre diverse, che però sono tutt’ora in continuo cambiamento. Molte famiglie, vista la possibilità di risparmiare, stanno ancora portando l’Isee e solo così riusciremo ad avere dati il più realistici e statici possibile. Ora porremo un limite, il 15 maggio, dopo il quale bisognerà poi aspettare il prossimo anno”.
“Questa situazione sarà sempre in divenire e in costante aggiornamento, ma quando avremo un quadro il più realistico possibile, con la parte di risparmi che ci sarà tra quello che pagano le famiglie, al prezzo che fa la CIRFOOD, se ci sarà un risparmio in più noi lo andremo ad applicare maggiormente sull’ultima fascia”.
Mense: altre tematiche e richieste dei genitori
In una serata di presentazione e dibattito sono state numerose le richieste di chiarimenti da parte dei genitori. In primis la questione delle insolvenze, una mamma domanda “Io sto pagando anche per altri, ma questi soldi non rientreranno a me”. La risposta arriva da CIRFOOD specificando come questa sia “Una prassi tipica delle concessioni. Lo zoccolo duro delle insolvenze a Brugherio, che si attesta intorno a 50 mila euro all’anno, non può essere abbattuto a zero e dunque viene ripartito su tutta l’utenza”.
A queste si aggiunge la volontà di sapere quali fossero le migliorie del servizio, la cui qualità è stata molto criticata negli ultimi mesi. In risposta è intervenuto il dottor Baldo: “C’è stata l’aggiunta di cibi completamente biologi, inoltre ci sono una serie di alimenti che vanno dalla verdura ai prodotti dei primi piatti che sono stati portati a una percentuale di biologico maggiore. Comportando una spesa importante suddivisa sui sei anni”. Anche quest’ultima decisione relativa ai 6 anni è stata oggetto di discussione; il costo delle aziende che si occupano di mense scolastiche continua ad aumentare, dunque, secondo quanto detto da CIRFOOD, è più conveniente firmare un contratto di sei anni piuttosto che due da tre anni ciascuno. Questo porta ad avere costi più bassi negli ultimi anni di contratto rispetto al mercato.
Assi: “Siamo vincolati: non possiamo usare l’avanzo per intervenire sulle mense”
Il primo cittadino, Roberto Assi, interviene in risposta a una domanda spiegando il taglio delle spese correnti avvenute lo scorso anno, che oggi non permette al comune di intervenire sulle rette delle mense. “Lo scorso anno, ad agosto, abbiamo dovuto fare un taglio di spese correnti di novecento mila euro, viste dai governi degli ultimi trent’anni come spesa negativa. Il comune di Brugherio non è povero, anzi, abbiamo otto milioni di euro di avanzo d’amministrazione libero ma la legge ci vieta di usare questi soldi per intervenire nell’ambito mense, ritendendo le spese correnti come “cattive”. Purtroppo possiamo usare questi otto milioni per rifare le strade ma non possiamo usarne un solo centesimo per abbassare le rette delle mense o le tasse. Dunque dobbiamo adeguarci e muoverci all’interno di questi parametri”.