Dopo qualche mese di appelli, qualcosa sembra muoversi. La battaglia intrapresa dal veterinario Brugherese Francesco Orifici per la legalizzazione di un farmaco capace di salvare la vita di migliaia di gatti, sembra quasi essere giunta al termine. L’obiettivo è permettere ai veterinari di prescrivere il Remdesevir, ora illegale, che permetterebbe di combattere la Peritonite Infettiva Felina (FIP). A tal proposito, abbiamo avuto ai nostri microfoni lo stesso Presidente ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) Lombardia, che ha saputo raccontarci meglio la vicenda, spiegando anche il suo intervento del 10 aprile alla Camera dei deputati.
La diffusione del Remdesevir nel mercato nero
La Fip, spiega Orifici, si sviluppa a partire da un’evoluzione negativa di un virus ad alta diffusione che colpisce i felini. “Si pensa che questa malattia sia diffusa nel 60% dei felini. Fortunatamente però, solo una piccola parte dei gatti che albergano questa patologia svilupperanno poi la peritonite infettiva felina”, spiega il veterinario. Tuttavia, per quegli esemplari per cui lo sviluppo avviene, i rischi sono molto alti. “Questa malattia è assolutamente mortale se non curata nel momento in cui si presenta” continua Orifici.
Ma qui sorgono i problemi: Remdesevir è efficace per combattere la Fip, ma si tratta di una sostanza né autorizzata né distribuita nel nostro Paese. “Nel momento in cui noi veterinari non possiamo in alcun modo ricettarlo, si è creato un enorme mercato clandestino sui social. Ci sono diversi personaggi che riescono a reperirlo, distribuirlo, e venderlo a cifre spropositate”. Per cui il risultato è che: “Non c’è una via di mezzo nelle due strade: il proprietario che può permettersi il farmaco salverà il proprio gatto, quello che non ha la disponibilità per farlo non farà lo stesso. Stiamo lottando affinché questo non accada più”, conclude il dottore.
Peraltro, anche per i gatti malati a cui viene somministrato il Remdesevir reperito sul mercato nero, i pericoli sono tutt’altro che cessati. Questo proprio a causa del fatto che ad operare non è un professionista. “I padroni dei gatti acquistano il farmaco in modo illegale e magari ne fanno un utilizzo errato, che non sempre porta a salvare la vita del proprio amico a quattro zampe – continua Orifici – . Il paradosso è che noi veterinari potremmo utilizzarlo in maniera corretta, mentre gli spacciatori hanno mano libera nell’utilizzarlo, con tutte le possibili conseguenze del caso”. In tutto ciò, viene meno anche la possibilità di impostare e monitorare la terapia.
Lo scoglio dell’assenza dell’anagrafe felina
Da qui l’appello, poi fatto arrivare a Roma, per la legalizzazione della molecola. Ma questo non è l’unico scoglio: come ammette lo stesso veterinario Brugherese, l’assenza di un’anagrafe felina complica le cose. “La Fip è una malattia che, secondo noi veterinari, può avere una diffusione molto alta, nonostante non abbiamo alcun dato specifico che possa confermare il nostro pensiero, in quanto non esiste un’anagrafe felina centralizzata in Italia”.
La Lombardia e la Puglia sono infatti le uniche regioni in cui esiste, e la registrazione è obbligatoria solo per i gatti nati dopo il 2020. La stima sui felini presenti in territorio italiano, che dovrebbero essere circa dieci milioni, viene fatta in base alle vendite di cibo per gatti. In questo modo viene fatto un calcolo in maniera molto approssimativa. “Speriamo che a breve questa anagrafe possa arrivare a essere presente a livello nazionale. Senza certi numeri, diventa difficile riuscire a decifrare la diffusione di una patologia.”
La battaglia di Anmvi Lombardia
L’attenzione sul problema si è accesa dopo un’intervista che Orifici ha rilasciato ad alcuni quotidiani nazionali (tra cui Libero, Corriere della Sera e La Stampa). “All’interno della mia prima intervista c’era un grande appello alle autorità sanitarie. Volevo valutassero il problema e dessero finalmente il farmaco in mano a noi veterinari, tenendo presente che quest’ultimo è stato ben sperimentato e utilizzato due anni fa in deroga dall’Unione Europea, dopo un’epidemia felina in Cipro. Le parole hanno iniziato a far rumore, e quindi sono stato contattato da parlamentari del Movimento 5 Stelle, che hanno pensato di fare una conferenza stampa dove hanno invitato me e il Dottor Furlanello, una delle massime autorità Italiane per quanto riguarda la patologia felina.”
E dopo l’intervista con Libero qualcosa si è mosso: “Dopo aver sollevato il problema abbiamo riscontrato diversi pareri positivi in politica. Si è mosso anche il PD, le associazioni animaliste hanno iniziato a sposare la causa, e la situazione ha creato grosso movimento di opinione che dovrebbe in qualche modo portare a prendere una decisione. Il M5S avrà nei prossimi giorni un’audizione con il Ministro della Salute, noi invece come ANMVI avremo un incontro con i dirigenti del servizio veterinario del ministero a Roma, il 20 maggio. Queste cose burocratiche possono avere tempi decisamente lunghi, ma senza mai iniziare non si arriverà mai alla risoluzione di un problema.“
La speranza di un lieto fine
Sulla possibilità di vincere finalmente questa battaglia, il dottore si è detto fiducioso: “Se il ministero raccogliesse le nostre proposte, potrebbe essere una cosa veloce. So che in Francia alcune farmacie preparano il farmaco e lo vendono senza problemi, attraverso dei preparati galenici. Non si sa in che modo lo facciano, ma nessuno gli dice nulla. Se ci autorizzassero a importare in Italia proprio il galenico prodotto in Francia, basterebbe un documento rapido e da un giorno all’altro vivremmo una situazione differente. In questo modo la situazione verrebbe tamponata velocemente, per poi avere il farmaco regolarmente autorizzato in futuro. Richiederebbe più tempo, ma sarebbe da fare in parallelo.”
“Ciò che a noi importa di più è che questo farmaco venga in primo luogo tolto dalle mani degli spacciatori, e che successivamente venga regolarizzato e autorizzato per noi. Nel modo in cui viene venduto e somministrato oggi, gli animali vengono danneggiati. E’ sicuramente vero che molto gatti si salvano, ma potrebbero esserne salvati molti di più. Per questo motivo serve che vengano concessi a noi veterinari. Io sono particolarmente contento che ci si stia muovendo in questo senso, e che l’appello sia quindi stato accolto. Si sta marciando verso la direzione giusta. Sono entrati in scena diversi attori importanti, per cui la situazione ha preso una piega decisamente positiva.”