Partire dai punti di forza degli atleti e non dai loro limiti: far emergere le singole abilità, non le disabilità, e valorizzare le diversità. Perché solo prendendo il via da questo presupposto si può davvero parlare di sport inclusivo. Il progetto definito da CSI Milano, dalla Rete TikiTaka e dalla Consulta diocesana per la disabilità “O tutti o nessuno” punta proprio in questa direzione: “Tutti in campo!” si propone di consolidare le esperienze sportive integrate già in corso e di aprire allo sport inclusivo nuovi orizzonti di comunità. «Lo sport offre alle persone un terreno comune, dove confrontarsi e superare barriere sociali, culturali, economiche. È un veicolo di inclusione, aggregazione e partecipazione, utile a favorire lo sviluppo di abilità e di capacità essenziali per una crescita equilibrata».
Lo spiega Simone Argentin, coordinatore, per la Rete TikiTaka, di tutte le attività afferenti all’ambito sportivo. Argentin è tra i promotori del nuovo progetto che si innesta nell’ambito delle attività promosse dalla Rete attraverso il tavolo di lavoro “Tutti in campo” e che, da questo punto di vista, rappresenta un ulteriore riconoscimento al valore delle azioni messe – appunto – in campo con successo crescente ormai da diversi anni.

Tutti in campo, le parole di Simone Argentin
Ora, con questo nuovo progetto (al momento si chiama “Tutti in campo!” in continuità con le attività del tavolo, ma grazie alla partecipazione di tutte le persone coinvolte nelle sue attività si sta arrivando alla definizione di un nome tutto nuovo, che lo caratterizzerà in maniera più specifica) arriva l’upgrade: da un lato si sensibilizzeranno le società sportive sul tema dello sport inclusivo, promuovendo la formazione di tecnici in grado di supportare nuovi progetti di questo tipo e, dall’altro, si consentirà alle persone con disabilità di praticare sport sul proprio territorio di riferimento, incrementando le possibilità di stringere rapporti e legami stabili e duraturi.
Per farlo ci si muoverà in due direzioni. Numero uno: promuovere lo sport inclusivo negli istituti scolastici, negli oratori e nelle società sportive. Numero due: favorire la pratica di attività motoria direttamente nei centri socio-educativi e nei centri diurni per persone con disabilità del territorio, con l’obiettivo di avvicinare gli utenti alla possibilità di praticare sport inclusivo – dal calcio al volley, dalle bocce al baseball – nelle società sportive locali.

Tutti in campo, le parole di Giorgia Magni
«Lavorare per promuovere lo sport inclusivo non è semplicemente una questione di “far sapere” alle persone che esiste una proposta, ma – spiega Giorgia Magni di CSI Milano e membro della Consulta diocesana – significa sedersi e progettare concretamente un percorso, in sinergia con soggetti che hanno competenze e che possono portarle sul tavolo affinché ognuno vada a coprire un pezzo importante di ciò che è necessario, così che le proposte alle famiglie e alle società sportive siano piene di senso.
Come CSI Milano abbiamo già segnato una svolta quando abbiamo stretto un rapporto fondamentale con TikiTaka, e ora che si è allargato il cerchio e sono diverse le professionalità e i compiti che possiamo svolgere, si aprono strade importanti. Di sicuro sarà necessario avviare un dialogo con altri comitati CSI lombardi che già propongono progetti virtuosi, e provare ad avvicinare altri enti che si occupano di sport integrato nella speranza di trovare uno spazio di azione condiviso».

Formazione e collaborazione
Formazione per tutti e collaborazione con gli enti educanti del territorio, mappatura delle realtà afferenti al terzo settore interessate allo sport inclusivo, azioni di matching tra realtà del terzo settore e sportive e l’utilizzo di uno stile comune di comunicazione per veicolare una cultura inclusiva le principali linee guida che “Tutti in campo!” intende seguire. «Alla base di questo progetto ci sono le relazioni. Tutte le sue azioni partono dall’ascolto dei bisogni e dei desideri dei singoli soggetti.
Il coinvolgimento delle realtà educanti del territorio, dalle parrocchie agli oratori fino alle scuole, permette di creare reti significative che possano veicolare una cultura inclusiva che non si applichi solo all’ambito sportivo, ma vada oltre e coinvolga tutti gli ambiti della vita quotidiana – precisano Argentin e Magni – Fine ultimo quello di innescare una rivoluzione culturale che porti a considerare le persone con disabilità, e con fragilità, soggetti attivi all’interno della cittadinanza, portatori di competenze e di abilità». “Tutti in campo!”, che ha una durata prevista di quattro anni, ha preso il via nel mese di febbraio ed è sostenuto con uno stanziamento di diecimila euro da parte di CSI Milano. L’equipe al lavoro sul progetto è composta da educatori e tecnici sportivi di CSI Milano, delle Rete TikiTaka e dalla Consulta diocesana per la disabilità.